(Foto di Joachim Schnürle da Pixabay)
Sono una bestia selvatica, faccio fatica ad avvicinarmi anche quando vorrei farlo. E questa è una dannata barriera.
Oggi ti ho vista, fuori dalla mia vetrina.
Ti ho vista di sfuggita e tu stavi guardando nella mia direzione.
Sono quattro anni che ho avviato la mia attività e ultimamente non sta andando come vorrei. Le persone non entrano, qualcuno è entrato una sola volta quando ho aperto e poi non si è più visto, dicono tutti la stessa cosa: che belle cose, comprerei tutto e poi spariscono per sempre.
A volte il mio selvaticismo si fa forte e mi viene voglia di sprangare la porta del mio laboratorio e non lasciare entrare più nessuno. Magari è per questo che non entrano, forse sono io che faccio paura 😅 chissà…
Ma io ho la testa dura e non mi fermerà nessuno, neanche l’INPS di agosto 🤠
Comunque oggi ho visto te e ho pensato che l’unica persona che non è mai potuta entrare sei tu, anche se forse avresti voluto. Forse tu entreresti anche solo per scambiare due chiacchiere con me, per salutarmi, per conoscerci un po’ e fare amicizia.
Dopo aver visto per tanti anni questa vetrina chiusa, in seguito al mio arrivo in paese, un giorno l’hai trovata aperta.
Tutti sono rimasti stupiti nel vederla aperta. Ma hanno potuto togliersi la curiosità, chi entrando, chi appoggiandosi ai vetri, tutti almeno una sbirciata dentro l’hanno data.
A te magari lo hanno raccontato. Ma sentirlo dire dagli altri non è la stessa cosa, credo.
Te lo dirò anch’io: è solo un negozietto/laboratorio con tante cianfrusaglie di legno. Però vorrei che tu potessi entrare lo stesso. Ti farei vedere il retro, riservato a pochissime persone, dove scrivo e scolpisco le idee che mi vengono nel bosco. Quando non posso fare queste cose direttamente lì.
Mi scuso immensamente per le barriere architettoniche tipiche del borgo storico, sia per entrare dalla porta principale che dal retro, e anche per passare da una stanza all’altra… Tu non puoi saperlo, ma io pensavo a te e a questo problema architettonico già mentre stavo ristrutturando il negozietto con il mio compagno.
Ti giuro che sarei disposta a prenderti in braccio per portarti nel mio piccolo mondo e farti assaporare un po’ di profumo di legno. Cadremmo rovinosamente a terra entrambe perché mi sembri piuttosto alta e io non sono poi così forte come sembro.
Tu non hai neanche idea di quante volte ti ho guardata mentre eri qui fuori, attraverso la mia vetrina, circondata di amici e parenti che ti vengono a salutare… ecco, quella è la mia barriera.
Non trovo mai il coraggio di avvicinarmi, di ringraziarti per esserti iscritta alla mia newsletter, di esserti spostata anche quando ho cambiato piattaforma. Avrei voluto chiederti cosa ti piacerebbe leggere, se vorresti che raccontassi delle mie avventure nei boschi o se ti interessa di più la parte che riguarda l’artigianato o magari tutt’altro.
Non sai quanto avrei voluto portarti un sacchetto di trucioli di profumatissimo legno di pino cembro per farti sentire almeno un pochino l’atmosfera che si respira qui dentro in pieno inverno, quando il paese è vuoto, in piazza non c’è nessuno e io posso scolpire in santa pace mentre fuori nevica.
Ma anche se ho gambe per camminare ci sono barriere che non riesco a scavalcare e mi dispiace moltissimo, perché sento che sto perdendo molto.
Io lo capisco che uno che si iscrive a una newsletter si aspetta di ricevere almeno una mail al mese.
E capisco anche che leggere una lettera indirizzata espressamente a una persona in particolare possa sembrare strano.
Ma non hai mai letto il romanzo epistolare Papà Gambalunga di Jean Webster? E’ composto interamente da lettere private che la povera orfanella inviava al suo misterioso tutore, eppure nessun lettore di quel romanzo si è sentito un guardone.
Chi ti dice che questo non sia uno dei miei esperimenti di scrittura di cui ti parlavo nella pagina “About”?
Chissà…
Fammi sapere nei commenti se usi l’app oppure rispondi a questa mail 😉
In ogni caso mi scuso per la grande assenza, ma ti avverto che passeranno mesi prima che ti scriva ancora, perché io persevero nell’errore.
E mi scuso soprattutto per la barriera architettonica, e per la fotografia di scarsissima qualità che ritrae solo gli ultimi dei dieci gradini che mi mettono tanto a disagio.
Luisa 🐾
Se sei sulle mie 🐾 tracce per caso…
Sono Luisa Capellino, artigiana del legno dall’animo ramingo e cuore forestale. Scolpisco il legno, incido rune e quando la natura mi ispira qualcosa mi lascio trasportare dal vento fino a qui: spero che questa brezza ti abbia fatto piacere.
Se non mi trovi nei boschi:
Sono nella mia foresta virtuale
Un po’ raramente su Instagram, intenta a spargere @trucioliselvatici